Cronaca

Finti prof, voti fasulli. Hacker e cyberbulli assaltano le piattaforme online

Finti prof, voti fasulli, oscenità. Hacker e cyberbulli assaltano le piattaforme della didattica online. Mentre i professori ancora annaspano nella selva delle piattaforme per la didattica online, gli studenti “smanettoni” li mettono al tappeto. Padroni del mezzo e dei segreti informatici hackerano con facilità la didattica a distanza le piattaforme. Gli episodi si moltiplicano nelle scuole di Napoli. Dalle medie alle superiori. Le classi virtuali diventano il luogo delle incursioni dei cyber-bulli in versione Covid-19. Uno scherzo, per loro. Basta ottenere da un amico le credenziali di accesso a una piattaforma e il gioco è fatto.

Il fenomeno

In un istituto comprensivo del centro di Napoli hanno iscritto nelle piattaforme delle classi virtuali alunni inesistenti, hanno inserito negli elenchi Paperon de’ Paperoni e altri personaggi dei videogiochi che spopolano tra gli adolescenti, hanno modificato i link inseriti dagli insegnanti per gli approfondimenti: invece del documentario sulla seconda guerra mondiale, ecco allora l’ultima finale dei Mondiali di calcio, o qualche scena dalla serie Netflix “La Casa di carta”. In un liceo del capoluogo partenopeo sulle slide dei prof impegnati nelle spiegazioni ecco comparire sulle piattaforme disegnini innocui ma estranei all’argomento trattato, ecco cuoricini e dichiarazioni d’amore, ecco slogan che inneggiano ai raid informatici. Tutto dinanzi a prof impossibilitati a fermare le incursioni, perché gli autori hanno nomi in codice difficili da identificare e le classi virtuali sono affollate di alunni presenti tutti insieme.

Il finto prof

In una scuola media, invece, uno studente ha addirittura anticipato i suoi prof e, fingendosi un docente, col nickname giusto, ha messo a disposizione dei compagni una piattaforma per la didattica a distanza, ha assegnato compiti e corretto esercizi, ha messo voti e note disciplinari. Dimostrando una competenza invidiabile sulle piattaforme didattiche, una velocità di iniziativa e di azione che sarebbe da premiare se non minasse una istituzione. Il fenomeno è tutt’altro che sporadico. Ci sono chat “dedicate” proprio a questo.

Le chat

Per esempio su Telegram, dove sono numerosi i gruppi “Assaltiamo le videolezioni” o “Invadiamo videolezioni”: “Qui ci organizziamo per trollare le videolezioni su Google Meet, Zoom e Skype” scrivono gli amministratori. Altrove si prende di mira Weschool. E via con le regole del gruppo e con le indicazioni per procedere: “Se hai un link per la videolezione, mandalo! E Buon Troll!”. Sì, perché per entrare nelle piattaforme che le scuole usano per la didattica a distanza ci sono link e codici da digitare: violarle è facile, con la complicità di uno studente che in quella classe virtuale ci sta per davvero e quelle chiavi d’accesso le ha avute dai suoi docenti.

Le oscenità

Come è accaduto in uno dei licei più prestigiosi della città, dove la lezione di Fisica si è trasformata in una cyberincursione da incubo per l’insegnante: immagini volgari e termini osceni comparivano sullo schermo, prontamente riprese dai cellulari dei ragazzi e condivise su Whatsapp. L’incubo delle lezioni dei prof registrate e doppiate ad arte con argomenti che nulla hanno a che vedere con la scuola è diventato presto realtà. L’unica arma è cambiare le password, resettare i link di invito alle piattaforme. O approdare a piattaforme più sicure, meno violabili, ma a pagamento.

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